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Cesar Millan, quando addestramento fa rima con maltrattamento

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Già in passato l’Enpa aveva denunciato i metodi, crudeli e violenti, usati dall’”addestratore” Cesar Millan, veicolati al grande pubblico attraverso gli schermi televisivi di mezzo mondo. Più volte la Protezione Animali aveva denunciato il rischio, concreto, che le persone – in assoluta buona fede – prendessero per buoni i “consigli” di Cesar Millan, applicando il suo “sistema” anche ai propri animali. In quella circostanza la Protezione Animali disse che si trattava di pratiche al limite del maltrattamento, che, come è noto, è considerato un reato dal nostro ordinamento giuridico.

Adesso una ulteriore conferma arriva anche da Marc Bekoff, Professore Emerito di Biologia all’Università del Colorado-Boulder e co-fondatore, insieme a Jane Goodall, di “Ethologist for Ethical Treatment of Animals”. In particolare Bekoff ha contestato la prassi seguita dall’”addestratore” di impiccare un cane (nel senso di tenerlo appeso mediante un collare a strangolo) per “educarlo” all’obbedienza. Di seguito quanto scrive il professore dell’università del Colorado (traduzione a cura di Francesca Grazi e Francesca Parisi tratta dall’articolo “Impiccare” un cane con guinzaglio a strangolo per disciplinarlo è maltrattamento animale di Angelo Vaira, pubblicato su https://movimentopandora.org/ )

<< Trattando adeguatamente aggressività, fobie, ansia e paure fin dall’inizio si possono letteralmente risparmiare tempo e denaro. La soluzione sbrigativa di Millan può andar bene per la televisione e magari in alcuni casi può persino produrre risultati durevoli. Ma è in netto contrasto con quanto gli esperti di comportamento animale – etologi e veterinari qualificati – hanno appreso [dopo anni di studio ed esperienza] in merito a comportamenti normali ed anomalie comportamentali nei cani. >>

Tutti quegli approcci educativi (solitamente caratterizzati da “soluzioni-tappabuchi” e rimedi-lampo) che si basano sull’intimidazione e su varie forme di maltrattamento psico-fisico devono essere eliminati dai protocolli di educazione; e per esprimere il nostro dissenso e contestare questi metodi dobbiamo far sentire la nostra voce, ricorrendo ad esternazioni ben più incisive dei semplici bisbigli a porte chiuse.

I cani si aspettano che li trattiamo con rispetto e dignità e quando sembrano sfidarci e mettono alla prova la nostra pazienza non ci dobbiamo mai dimenticare che sono animali senzienti che dipendono completamente dalla nostra buona volontà. Maltrattarli intenzionalmente e condannarli ad una vita di paura è uno sporco doppio gioco. Significa tradire la loro totale fiducia nella nostra capacità di agire per il loro bene e nel loro interesse. E naturalmente svilisce la nostra stessa dignità.

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