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Stato e Chiesa, ma a pagare sono i cittadini

L’Italia, uno Stato per definizione laico.

Uno Stato che però, in più di un’occasione esita a dimostrare la sua equidistanza tra i diversi credi religiosi, nel rispetto di tutti i cittadini: credenti, non credenti, agnostici. L’ultimo colpo arriva dalla ripresa, al Senato, dell’esame del ddl sul testamento biologico. Un provvedimento ingiusto, che lede profondamente la libertà di scelta di ognuno di noi, imponendo alla vita una sacralità che non tutti sono tenuti ad attribuirle. Una scelta che non trova una ragione se non quella dello spot elettorale. Ma non è solo di bioetica che si parla quando si pensa alla laicità dello Stato. Importante è anche l’aspetto economico che ruota intorno all’Istituzione d’Oltretevere.

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Pochi mesi fa il Governo Monti, dopo aver dissanguato le famiglie italiane, per decenza, ha stabilito di tassare anche i beni immobili della Chiesa non destinati al culto. Una notizia che ci ha inizialmente sorpreso, ma alla quale non abbiamo attribuito un gran credito: di fatto avevamo ragione. Siamo a settembre 2012 e il decreto attuativo di questo provvedimento latita, mentre nel frattempo torna sul tavolo il biotestamento.

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Allo stesso tempo si sono perse le tracce di un’altra proposta targata IDV (presentata prima sotto forma di ordine del giorno alla manovra economica, poi come disegno di legge), quella della destinazione delle scelte inespresse dell’8 per mille dell’IRPEF, oggi, comunque, destinate prevalentemente alla Chiesa Cattolica. Non stiamo parlando di bruscolini, ma di cifre ingenti, ingestissime se guardiamo allo stato di crisi in cui si trova il nostro Paese. Ben 600 i milioni di euro – a cui i comuni rinunceranno a causa della mancata applicazione dell’Imu sugli immobili della Chiesa, e altrettanti, se non addirittura 700, quelli che potrebbero derivare dall’applicazione della proposta IDV sull’8 per mille. Oltre un miliardo di euro, quindi, che lo Stato sembra ignorare e che potrebbero, invece, essere utilizzati dai comuni per garantire migliori servizi ai cittadini oppure per l’assistenza sanitaria, eterna cenerentola del nostro Paese, o ancora per la scuola – nella quale si pensa a dotare gli insegnati di tablet ultramoderni, dimenticando di fornire la carta igienica nei bagni!
Paradossi italiani, che però, a pochi mesi dalle prossime consultazioni elettorali fanno venire il dubbio che non si tratti della semplice distrazione di un Governo “tecnico”, troppo impegnato a risolvere altre emergenze, bensì di una oculata manovra pre-elettorale. E chi ci rimette? Sempre e solo i cittadini, la loro salute e i loro diritti.

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