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Marò, l’India accusa l’Italia per i ritardi nel processo.

Il ministro dell’Interno Rajnath Singh ha esaminato nei giorni scorsi nel corso di una riunione ad hoc il dossier sui fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Lo scrive il quotidiano The Indian Express. Nell’incontro sono stati valutati i motivi del ritardo del processo: “l’Italia non ha permesso un interrogatorio a Delhi degli altri quattro fucilieri che si trovavano a bordo della Enrica Lexie, che sono poi stati interrogati per video-conferenza”.

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13 ottobre 2013 – ‘no’ italiano a consentire che i quattro colleghi dei due maro’ vadano in India deporre nel processo.

13 ott. – Litigano i ministri indiani sul caso dei maro’ italiani, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre. E, considerato che il braccio di ferro potrebbe avere riflessi sulla campagna elettorale locale, la tensione rischia di complicare la sorte dei due fucilieri del Battaglione San Marco. La tensione tra i ministri e’ cosi’ alta che, secondo il quotidiano The New Indian Express, il governo federale ha deciso di chiedere il parere del procuratore generale, G E Vahanvati, per “trovare una via d’uscita al pasticcio”.

Il nodo e’ dato dal ‘no’ italiano a consentire che i quattro colleghi dei due maro’ vadano in India i quattro colleghi dei due maro’ per deporre nel processo.
I quattro erano anch’essi a bordo della Enrica Lexie quando i due maro’ avrebbero sparato ai due pescatori al largo delle coste del Kerala, nel febbraio 2012. Il governo, secondo il quotidiano, ha dunque chiesto al procuratore generale un parere su tre ipotesi: organizzare una video conferenza, interrogarli tramite un questionario scritto oppure spedire in Italia gli agenti della polizia investigativa Nia perche’ li interroghino direttamente.

Sul diniego italiano, l’atteggiamento dei ministri indiani e’ diverso: mentre il ministro degli Esteri e quello della Giustizia sarebbero piu’ tolleranti (quest’ultimo ha appunto proposto che la Nia spedisca un questionario ai quattro testimoni in Italia), quello dell’Interno vorrebbe rivolgersi alla Corte Suprema. “Il ministero dell’Interno e’ dell’idea che il governo di New Delhi non dovrebbe creare un caso diplomatico sui testimoni, considerato che i due accusati sono gia’ in stato di arresto, e il ministero della Giustizia la pensa allo stesso modo. Ma il ministero dell’Interno ritiene che l’Italia ha ancora una volta violato l’accordo”, ha spiegato la fonte al quotidiano. Il ministero dell’Interno teme tra l’altro che il rifiuto dei quattro di comparire dinanzi alla Nia ritardi ulteriormente i tempi.

Il caso inoltre rischia di avere riflessi politici decisivi sull’incipiente campagna elettorale. “Le implicazioni politiche, nazionali e religiose sono tali da essere in grado di rovinare le chance (di vittoria elettorale) del partito di governo”, ha osservato ancora la fonte. Non solo: il governo del Kerala vuole chiarimenti dai vertici del Partito del Congresso anche riguardo il comportamento dei marine nell’ambasciata italiana a New Delhi: “L’opposizione ha stampato manifesti dei due marine che fanno festa in ambasciata e per noi non e’ stato facile spiegarlo.
Considerato che il Paese si prepara alle elezioni generali, la questione deve essere chiarita al piu’ presto”, ha detto un ministro dell’Unione e leader Congresso locale al quotidiano Express. 



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