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La Leggenda di Bora

a proposito di Bora

Eolo, padre dei Venti, correva per il mondo con i suoi adorati figli Tramontana, Libeccio, Ostro, Scirocco, Greco, Maestro, Ponente e Levante, e per ultima ma non d’importanza la giovane e bizzosa Bora, che era la sua preferita.
Bora distratta dalle nuvole, si allontanò dal padre e dai suoi fratelli, e capitò per caso in un verdeggiante altipiano. Corse a giocare con tutte le nuvole che si trovavano in cielo in quel momento facendole ballare tra un soffio e l’altro e prendendosi gioco soprattutto di una strana nuvola, il Nembo Cirro Brontolone.
Si divertiva anche a muovere i rami dei quercioli e dei castani che, al suo passaggio, erano piuttosto intimoriti dalla sua velocità e dalla sua esuberanza.

la leggenda di Bora

Dopo un po’ Bora, mentre giocava e correva qua e là, rimase colpita e
affascinata da strane creature fatate, le Vile e dai Coboldi, che la condussero con modi gentili e amichevoli alla ricerca di un riparo.
Nel frattempo, nella grotta aveva trovato ristoro, il mitico Tergesteo, appena ritornato da un lunghissimo viaggio. Il giovane era così forte, bello, affascinante che Bora se ne innamorò perdutamente. Anche Tergesteo, colpito dal fascino di Bora, ricambiò con lo stesso impeto. I due giovani vissero felici in quella grotta sette giorni di splendido amore.
Accortosi dell’allontanamento di Bora, Eolo, disperato, decise di andare a cercarla con l’aiuto dei suoi figli e durante la ricerca si rivolse a Mare,Terra e Cielo, ma Bora sembrava introvabile. Nembo Cirro, che conosceva il nascondiglio dei due amanti, per vendicarsi dei dispetti di Bora, spifferò tutto ad Eolo.

Senza esitazione Eolo si recò alla grotta e vide Bora abbracciata a Tergesteo,si infuriò e si avventò contro il giovane, ferendolo. Tergesteo resistette eroicamente, ma invano; Eolo, con un potente soffio, lo scagliò in riva al mare e portò via Bora.

la Bora e Trieste

Mare prontamente ricoprì Tergesteo nascondendolo alla furia del Vento.

Bora riuscì a fuggire dal padre, cercò Tergesteo, ma non lo trovò e scoppiò in un pianto dirotto. Le Vile, che avevano assistito alla scena violenta, vollero far capire ad Eolo l’efferatezza del suo gesto, tramutando in pietra ogni lacrima di Bora, che pianse talmente tanto da trasformare il suolo verdeggiante dell’altipiano in un mantodi pietra, e trasformarono il sangue delle ferite di Tergesteo in sommacco.

Le Vile, infine, convinsero Eolo a lasciare Bora libera di rimanere in quei luoghi, che avevano visto nascere la sua bellissima storia d’amore e permisero a Bora di rividerlo per l’ultima volta con gli occhi del cuore e della mente, materializzandolo accanto a lei. Al culmine della commozione e della gioia, i due amanti rivissero per l’ultima volta la loro passione d’amore.

Bora si ritrovò sola, ma da quel giorno, ogni anno rivisiterà quei luoghi, per lei magici, arrivando con tutta la forza prorompente per cercare il suo amore perduto. In onore di Tergesteo, le genti, che in futuro avrebbero abitato quei luoghi leggendari, fondarono TERGESTE, ora TRIESTE.

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