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Tarcisio Bertone intervista rilasciata a Il Gazzettino

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Tarcisio Bertone affronta temi d’attualità internazionale ed etici, come la difesa della famiglia. “Dare una dimensione etica alla politica internazionale non è una responsabilità da delegare solo ai potenti della Terra: ognuno di noi dovrebbe lasciarsi coinvolgere personalmente secondo le proprie possibilità”, afferma fra l’altro il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato emerito, che ha guidato la diplomazia vaticana dal 2006 al 2013.

Cardinale Tarcisio Bertone migranti Italia non va lasciata sola

Brani dell’intervista rilasciata dal cardinale Tarcisio Bertone a Il Gazzettino e apparsa su Il Gazzettino il 27 settembre 2014

I conflitti più recenti dimostrano il prevalere della crudeltà e dell’intolleranza religiosa. Quale antidoto a questo male?

Anzitutto vorrei citare le forti dichiarazioni di Papa Francesco in occasione del suo viaggio in Albania: Nessuno pensi di farsi scudo di Dio mentre progetta e compie atti di violenza e sopraffazione! Nessuno prenda a pretesto la religione per le proprie azioni contrarie alla dignità dell’uomo e ai suoi diritti fondamentali, in primo luogo quello alla vita e alla libertà religiosa di tutti!. Qui si pone il problema e l’impegno, oltre agli interventi legislativi o amministrativi di governo, della formazione delle coscienze, e quindi delle agenzie educative e formative. Penso alla famiglia, alla scuola, alla Chiesa e, parallelamente, anche alle religioni con le loro rispettive strutture di cultura, educazione, comunicazione. Si tratta di propiziare, di favorire, una convivenza pacifica e una collaborazione fra gli appartenenti alle diverse religioni ed etnie, in un clima vissuto di rispetto e fiducia reciproca, fondati sulla conoscenza più approfondita delle proprie radici dove le differenze diventino occasione di dialogo aperto e di riflessione comune e non fattore di scontro e di violenza. E’ un ideale, ma vanno apprezzate e promosse le iniziative formative in questa direzione degli uomini di buona volontà di tutte le religioni.

L’Italia affronta un’emergenza umanitaria legata all’arrivo di migliaia di profughi e migranti. Come vede il ruolo dell’Unione europea in questo?

Se pensiamo alla storia dei vari paesi europei essa si può definire una storia di emigrazione nel mondo, perciò l’egoismo attuale dell’Europa e la politica dello scarto – come dice Papa Francesco – è antistorica e inaccettabile. L’Italia come avamposto del Mediterraneo non può essere lasciata sola. Si sono fatti progressi recentemente nelle trattative che hanno portato all’impegno di alcuni paesi, ma la chiusura di paesi ricchi è deludente. Sarebbe più logico e previdente aiutare le popolazioni in loco per uno sviluppo progressivo e integrale. In ogni caso è auspicabile che l’Unione europea come tale assuma una politica di solidarietà, per aiutare le masse di gente disperata affinché il rifiuto non esasperi ulteriormente la situazione e non resti come un’onta vergognosa nella storia dell’Europa.

I mendicanti sono sempre più numerosi nelle nostre città, così come è in aumento l’allarme per la microcriminalità straniera. Come si può rispondere alle preoccupazioni della gente?

Si nota, in generale, un aumento delle povertà e, come dimostrano le statistiche e i centri di ascolto e di carità a livello capillare, cresce la percentuale della indigenza e persino della miseria anche nelle famiglie italiane. Vorrei osservare che la microcriminalità non è solo straniera ma avvertiamo l’aumento preoccupante della microcriminalità giovanile. La mancanza di lavoro in generale, e la disoccupazione giovanile, oltre a impoverire le famiglie, forniscono manovalanza alla criminalità organizzata, nella quale senza dubbio sono intercettati anche i migranti. Oltre al problema della sicurezza sul territorio, da assumere con maggiore impegno, occorre adottare il “sistema preventivo” alla maniera di Don Bosco, trovando i modi per educare alla convivenza e alla legalità. Non voglio mancare di fare un elogio alla generosità di tanti italiani credenti e non credenti che si prodigano a favore dei migranti e dei rifugiati.

FONTE: Il gazzettino.it

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