Accedi

Monsignor Gianni Carrù, Tarcisio, martire giovinetto dell'eucarestia

https://bit.ly/2eZ7uz8

Nel cuore del comprensorio callistiano della Via Appia è sorto un vero e proprio centro di culto per Tarcisio, martire giovinetto dell’eucarestia, ricordato dalla liturgia proprio il 15 agosto, nel giorno dell’Assunta. Approfondisce l’argomento Monsignor Giovanni Carrù nel suo articolo.

Monsignor Gianni Carrù culto patrono chierichetti

Il culto del patrono dei chierichetti nel comprensorio callistiano
Tarcisio il martire ragazzino
di Giovanni Carrù

Il comprensorio callistiano, che si sviluppa tra il secondo e terzo miglio della via Appia Antica, è costellato di memorie martiriali riferibili ai primi secoli del cristianesimo, in particolar modo alle persecuzioni di Decio (250-251), Valeriano (257-258) e Diocleziano (303-304). Molti martiri erano venerati nell’ Area i callistiana, il più antico nucleo del cimitero voluto da Papa Zefirino (198-217) e affidato a Callisto (218-222), che conserva la cripta dei Papi del III secolo, tra i quali va ricordato Sisto II, trucidato con i diaconi Felicissmo, Agapito, Magno e Vincenzo il 6 agosto del 258.

Ma altri martiri erano venerati nel grande complesso cimiteriale, come Cecilia, Calocero, Petronio e Tarcisio. Quest’ ultimo, noto per uno struggente epitaffio di Papa Damaso (366-384) che ne ricorda le gesta coraggiose, appare come un fanciullo, colto dai persecutori mentre recava l’eucarestia. Secondo il Papa agiografo, gli aggressori si scagliarono contro di lui come cani rabbiosi. Non è facile riconoscere il luogo esatto della sepoltura del martire-fanciullo, anche se gli archeologi del passato pensarono che il sepolcro fosse situato, insieme a quello di Papa Zefirino, nella tricora orientale, un mausoleo romano che ancora si conserva presso la biglietteria delle catacombe e dove, pochi anni orsono, furono deposti i resti di Giovanni Battista de Rossi, il grande archeologo romano che, negli anni centrali dell’ Ottocento, scavò e studiò molte catacombe romane, dedicandosi, in maniera particolare, alle catacombe cristiane.

Una rinnovata attenzione per Tarcisio ha interessato, in questi ultimi anni, il comprensorio della via Appia. Il 24 maggio scorso il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, ha consacrato con una suggestiva celebrazione liturgica una nuova chiesa al martire dell’eucarestia, nel giorno della solennità di santa Maria Ausiliatrice. La nuova chiesa si colloca coerentemente nel complesso, già intitolato a san Tarcisio, l’Istituto che accoglie gli studenti salesiani che svolgono i loro studi nelle università pontificie della capitale. L’istituto è stato costruito nel secolo scorso proprio dinnanzi le catacombe dei santi Marco, Marcelliano e Damaso, non lontano dalla catacomba anonima della via Ardeatina, proprio laddove, da oltre un ventennio, si sta scavando la maestosa basilica circiforme di Papa Marco. La nuova basilica presenta i caratteri architettonici delle chiese paleocristiane, con un’abside larga e avvolgente che rispetta l’area presbiteriale. Proprio nel luogo deputato al sacro rito dell’eucarestia, a cui è legato il nome di Tarcisio, che è diventato il patrono dei ministranti.

A questo riguardo, ricordiamo l’ udienza generale tenuta da Benedetto XVI nell’ agosto del 2010, quando il vescovo ausiliare di Basilea, monsignor Martin Gächter, presidente del Coetus Internationalis Ministrantium, ha donato una statua monumentale di san Tarcisio al Papa, Statua poi collocata presso l’ Istituto e la chiesa appena inaugurata alle catacombe di san Callisto, un luogo – come ricordava il Papa – divenuto un punto di riferimento per i ministranti e per coloro che desiderano seguire Gesù più da vicino attraverso la vita sacerdotale. Nel cuore del comprensorio callistiano, dunque, è sorto un vero e proprio centro di culto per il martire giovinetto dell’eucarestia, ricordato dalla liturgia proprio il 15 agosto, nel giorno dell’Assunta. Questa convergenza ha posto sempre un po’ in ombra la memoria del patrono dei ministranti, di cui abbiamo poche notizie, ma che assurge a simbolo della fedeltà rispetto ai suoi impegni di accolito, di cristiano, di credente convinto, sino alla prova estrema.

FonteDaily Focus

Commenti