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  • Frasi famose - Parte 2

    ...sogna dormire la notte, non sognare; altrimenti, sai come ti svegli la mattina dopo? Ti svegli come un pesce...ne. Anonimo. Buon viaggio, buon vento, e grazie Lella Costa Buongiorno mattina letto nei bagni del Connemara...

    3028 giorni fa

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  • Lady Gaga: Le mie canzoni sono frutto della droga!

    banana trentatre 5006 giorni fa

    lady gaga

    Niente di nuovo sotto il sole. Gli artisti fanno, hanno fatto e faranno uso di droga per travare ispirazione.

    Non stento a credere che per scrivere canzoni del calibro di Alejandro, Paparazzi e Poker Face anche il puttanone la cantante Stefani Joanne Angelina Germanotta (Lady Gaga) abbia chiesto aiuto alla musa ispiratrice bianca.

    "Facendo uso di droga ho capito quello che volevo realmente fare nella vita e mi ha ispirato. Certe persone trovano l'ispirazione nei luoghi bui e io credo di essere una di queste. Quello che mi ha reso sempre differente è che mentre prendevo la droga facevo anche musica, non facevo solo quello e basta"

    La "cantante" ha dimostrato di essere una persona matura cercando di rassicurare la madre riguardo alla propria situazione psicofisica: 

    "Mia madre mi diceva: 'Hai perso la tua mente'. Mi drogavo ed ero completamente fuori controllo. Ma non sono mai andata in overdose o cose del genere".

    ...e infine, se speravate di non sentirla più alla radio... l'artista rassicura i propri fan sul fatto che anche senza droga...

    "(nel mondo dello spettacolo) Una volta aperte le porte, sono aperte per sempre"

    non siete contenti?

    Dont coll mai neim dont coll mai neim aleandro!!!

  • Un'ora alle Poste Italiane

    Utente sconosciuto 3005 giorni fa

    Mi è toccato spedire una lettera, una semplice busta imbottica con dentro un CD per la mia fidanzata e, purtroppo, non avevo i francobolli, quindi m'è toccato recarmi all'ufficio postale (di pomeriggio è aperta soltanto la sezione centrale) di Pisa, città in cui al momento vivo.

    fila alla posta

    Ahimè, già appena entrato ho notato l'infernale bolgia di clienti, divisi tra correntisti ed anonimi fruitori del servizio, tutti accaldati ed in cerca di un pò di frescura, chi sostando vicino all'ingresso, chi girovagando per l'area d'attesa sperando di beccare quell'alito di vento proveniente dalle finestre, i più rassegnati occupavano i posti a sedere.

    Mentre notavo con quanta lentezza gli impiegati servissero i clienti, vedo alzarsi l'addetta al mio sportello e sparire, stava servendo un ragazzo sulla trentina, che, sulle prime, mi è parso provenire dall'europa orientale.

    Dopo circa 20 minuti, la signora è tornata allo sportello con carta da pacchi, nastro e forbici, il ragazzo doveva spedire due pacchetti ma, essendo straniero, non conosceva le richieste dei nostri uffici, che non spediscono pacchetti non avvolti in qualche tipo di carta.

    Dopo aver fornito i dati per la spedizione, il ragazzo si attendeva due ricevute, una per ogni pacchetto, ma l'impiegata gliene ha fornita soltanto una. Lui ha cercato di chiedere l'altra, ma il suo italiano non è stato sufficiente, così si è voltato spaesato, cercando nella sala qualcuno che lo aiutasse.

    Ero dietro di lui ed in inglese mi sono offerto di dargli una mano, così ho scoperto che era tedesco e che mi ero sbagliato sulla sua nazionalità. In ogni caso gli faccio da interprete e spiego all'impiegata che lui sta chiedendo la seconda ricevuta, lei mi risponde che per la spedizione con "pacco ordinario, la ricevuta non è prevista".

    Il ragazzo sconsolato mi saluta con un sorriso e va via.

    Prima che ciò accadesse, stavo notando il rito che intercorre tra un cliente e l'altro: ogni volta che hanno terminato di servire qualcuno, gli impiegati non fanno scattare il numero per servire il cliente successivo, ma temporeggiano, controllano carte, si alzano, mettono a posto pacchi, oppure chiedono qualcosa a qualcuno che passa loro dietro o, ancora, scambiano 4 chiacchiere con i colleghi. Poi tornano a sedersi e, con estrema lentezza (sembra di guardare un rallenty) muovono il dito verso il pulsante che fa avanzare il contatore.

    La velocità arriva soltanto quando al numero chiamato non corrisponde cliente, allora inizia il balletto dei numeri che si susseguono a velocità supersonica, quasi che, quando chiamato, il cliente in attesa debba precipitarsi allo sportello in un battito di ciglia, pena la perdita del turno.

    Spazientito, ma per certi versi ironicamente divertito dal rito, ho cercato di cronometrarlo al meglio che potevo, beh, tra un cliente e l'altro, si arriva anche ad aspettare 5 minuti prima che il numeretto scatti di nuovo.....

    Non c'è che dire, viva l'(in)efficienza italiana!

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