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Claudio Basso

Ho 25 anni, sono di Roma e sto studiando cinese all'università! Che dire? Sono alto 1.89 e porto la barba perchè son troppo pigro per radermi ogni giorno! :P

Ordinario

Mi alzo di scatto, ancora dormendo. Struscio i piedi sulle assi del pavimento, spettino ancora di più i miei capelli grattando la testa, sbandando un po’ qui, un po’ là mi avvio verso la cucina.

Gli spifferi dalla finestra mi congelano la schiena mentre mangio una fetta di pane.

Mi avvio verso il bagno dopo aver acceso lo stereo; mi lavo, faccio la barba. Mi taglio solo una volta, sorrido ascoltando quell’assolo di chitarra che mi piace tanto.

Esco di casa, la cassetta delle lettere è vuota; ogni tanto mi sento solo, senza la pubblicità.
Fuori è una bella giornata, respiro a piene polmoni l’aria fredda.

Mi è sempre piaciuto vivere nei docks vicino al Tamigi.

Mi guardo attorno.
I palazzi, grandi, alti, fieri; i mattoni di un rosso vivo, acceso ma sbiadito mi danno sicurezza; i vecchi argani sulle loro mura, neri, pulitissimi, scintillanti, mi fanno sentire potente.

Arrivo al fiume, compro una cioccolata calda. Mi siedo sulla solita panchina mentre tento di sorseggiare la cioccolata, che come sempre mi scotta la lingua.

Appoggio la bombetta sulle mie gambe, il bastone alla mia sinistra. Tiro leggermente indietro la testa, quel che basta per sentire il leggero vento fra i capelli.
Ormai sono le nove, una nuvola passa nel cielo, permettendo a due edifici di toccarsi.

Rimbocco le maniche, faccio un respiro profondo ed inizio a pescare.

E’ così da ieri, è cosi da una vita; ormai è notte. Sulle acque del fiume si riflettono le luci dei grattacieli, le fisso.

Torno a casa, l’odore di chiuso mi rassicura; metto nel microonde la cena, il tempo di trovare qualcosa alla televisione ed è pronta. Mangio in fretta, le immagine colorate si succedono, all’audio non ci faccio più di tanto caso.

Cambio cravatta, quella rossa mi sembra più appropriata. Scelgo il libro e salgo.

Si sta bene sul tetto, appoggiati al comignolo, una gamba piegata, l’altra stesa. Le suole delle scarpe fissate nelle solite due tegole.

Guardo la luna ed inizio a leggere, i rumori della città si fanno sempre più distanti, e lei si avvicina sempre di più.

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