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Per Facebook chiudere i gruppi mafiosi è censura

Il quotidiano inglese Times attacca il famoso social network per la sua ''strana morale''

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Una nuova polemica ha investito il social network più famoso e affollato di Internet, per il NO alle donne che allattano i figli al seno, e il SI ai boss mafiosi.
Andiamo a spiegare... Dopo l'annuncio, pochi giorni fa, della prossima rimozione dalle proprie pagine delle foto postate dagli utenti che ritraggono donne che allattano ("E' pornografia", la motivazione data dalla società californiana che gestisce il sito), Facebook è di nuovo nel mirino perché nulla fa contro chi apre pagine nel nome, e con foto, dei vari Totò Riina, Bernardo Provenzano o Matteo Messina Denaro. L'accusa però non arriva dall'Italia, ma dalle pagine dell'inglese Times indignato per la "strana morale" del social network che pretende di essere "un ambiente sicuro per i ragazzini che frequentano Internet e che nulla eccepisce su chi inneggia a un assassino (il riferimento è chiaramente a Riina, ndr) che sta scontando numerosi ergastoli"...

Facebook rifiuta di censurare i gruppi di sostegno a Riina
di Salvo Palazzolo (Repubblica.it, 4 gennaio 2009)

"Su Facebook vengono rimosse le foto di donne che allattano al seno", ribadisce da Palo Alto (California) il portavoce del social network più famoso di Internet, Barry Schnitt. Ma è ormai polemica mondiale. "E invece perché nessuna censura nei confronti di chi inneggia su Facebook al capomafia Totò Riina?", ribatte un autorevole commentatore del quotidiano inglese Times. "Davvero una strana morale - scrive Daisy Goodwin - quella che sostiene la necessità che il social network sia un ambiente sicuro anche per i ragazzini che frequentano Internet e poi non eccepisce nulla sui 2000 e più utenti, la gran parte giovanissimi, che inneggiano a un uomo che sta scontando molti ergastoli. Per Natale, i suoi fan gli hanno mandato persino gli auguri attraverso Facebook".

Nei giorni scorsi, quelle pagine su Riina e tanti altri mafiosi avevano fatto indignare la sorella del giudice Giovanni Falcone, Maria: "Purtroppo, il male esercita ancora fascino sui nostri giovani - aveva detto dalle pagine di Repubblica - bisogna impegnarsi perché ciò non accada. Certi messaggi su Internet, certi film non aiutano". Su Facebook, invece, qualcuno continua a chiedere addirittura la beatificazione del compare di Riina, Bernardo Provenzano: all'appello "Santo subito" hanno già risposto in 152. Con accorate adesioni: "Grande padrino", "Sei il numero uno".

 

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